Il Purgatorio si situa agli antipodi rispetto a Gerusalemme, nell'emisfero australe e ha la forma di un monte: un grosso pan di zucchero.
In questo seconda cantica della Divina Commedia, dopo averne attraversato la base, costituita da una spiaggia circolare, il viaggio procede verso l'alto lungo una china scoscesa:
l'anti-purgatorio, luogo d'attesa, in cui si espiano le negligenze, sia quelle politiche che quelle religiose.
Qui la speranza rinasce, la lussuria, la collera, l'invidia, la golosità vi hanno condotto un'umanità che non si è incallita nei propri peccati; il pentimento vi ha portato i peccatori che sono sulla strada della salvezza.
È circondato da cenge, sette cornici che scavano circolarmente le sue pendici e che corrispondono ai sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia e prodigalità, gola, lussuria.
Il Purgatorio, che è custodito da Catone Uticense, simbolo di giustizia e di tempra morale, lascia trasparire nel suo contenuto la passione politica del suo autore. Vi si incontrano Manfredi, lo sfortunato erede di Federico II; qui apprendiamo (canto XIV) la feroce descrizione della condizione morale in cui versa la Valle dell'Arno e ascoltiamo la requisitoria di Ugo Capeto (canto XX) contro la monarchia francese.
All'apice del percorso il poeta ritrova Beatrice, pronta a guidarlo attraverso il Paradiso. la fanciulla pronuncia, per la prima e unica volta il nome di Dante, dopo di che Virgilio si eclissa e scompare.
Ma colei che fu un tempo mortale e, come sappiamo, teneramente amata, manifesta in questa occasione un aspetto incorporeo, per divenire, a sorpresa, un'allegoria, il simbolo stesso della Verità, una figura mediana, alla maniera della Vergine, senza l'aiuto della quale Dante peccatore non saprebbe trovare la strada per il regno dei cieli.
http://www.italialibri.net/opere/purgatorio.html
and http://digital.library.upenn.edu/women/navarre/heptameron/heptameron-6.html
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